Una primavera già parecchio siccitosa e ora un giugno con precipitazioni pressoché azzerate. Le campagne marchigiane lanciano il grido di allarme sulle colture di stagione e in previsione dei futuri raccolti. Terre secche in tutta la regione. La provincia di Ancona ha visto le piogge in calo del 55% ad aprile e del 65% a maggio rispetto alla media storica del periodo. Risponde Macerata con il 40% in meno di aprile e il 75% in meno di maggio. Meno 40% anche per la primavera in provincia di Pesaro Urbino e -50% per Fermo e Ascoli. Lo stress idrico ha colpito soprattutto la raccolta dei cereali in corso e sta compromettendo anche quelle autunnali: gli oliveti stanno perdendo foglie e fiori, a rischio anche le vigne. Nel Pesarese le colture maggiormente colpite nel pesarese sono girasole, mais, vite e olivi. In Valmusone e il Vallesina il grano ha subito un calo tra il 10% e il 20%. Alcuni campi di favino non sono stati neppure raccolti, mentre sorgo, girasole e foraggi mostrano i primi sintomi di stress. In zona appenninica, tra Sassoferrato, Genga e Arcevia oltre a queste colture danni anche su rucola, crescione e coriandolo. In provincia di Macerata grano duro, tenero e orzo registrano perdite di produzione tra 20 e 40%, erba medica tra 30 e 50% come i piselli proteici e il favino. Sotto stress anche la barbabietola e allarme per gli allevamenti. Senza acqua l’erba dei pascoli non ricresce e l’acqua per abbeverare gli animali, già limitata per gli effetti del terremoto che aveva "spento" alcune sorgenti, scarseggia ulteriormente. Nel Fermano le colture più colpite sono quelle girasole, sorgo, mais ed erba medica mentre nell’Ascolano il calo di produzione tocca viaggia tra il 40% e il 70% a seconda della zona, rispetto allo scorso anno. Soffrono girasoli e olivi. “La siccità è l’evento climatico avverso più rilevante per l’agricoltura italiana con danni stimati in media in un miliardo di euro all’anno soprattutto per le quantità e la qualità dei raccolti – spiega Maria Letizia Gardoni, presidente di Coldiretti Marche – La questione era stata indicata e condivisa con il governatore Francesco Acquaroli nel nostro documento programmatico nel quale chiedevamo investimenti mirati per aumentare gli accumuli di acqua e gestire il reticolo idrografico. Ora, per la gestione del patrimonio idrico fra infrastrutture, riduzione delle perdite di rete e investimenti sull’agrosistema irriguo per salvare le colture il Recovery Plan prevede 4,38 miliardi. È tempo di intervenire per risparmiare acqua e contrastare il dissesto idrogeologico di fronte ai cambiamenti climatici che hanno provocato danni per 14 miliardi di euro alle produzioni e alle infrastrutture agricole in un decennio”. Secondo Coldiretti Marche il ruolo del Consorzio di Bonifica, che finora si è dimostrato una strumento valido per la gestione delle risorse idriche, diverrà anche più strategico alla luce di questi impegni non più derogabili.
24 Giugno 2021
Allarme siccità e raccolti a rischio: “Migliorare le reti e creare riserve idriche”