24 Luglio 2020
Meno chimica nei campi e più spazio alla salute: concimi bio +18%, Made in Italy da tutelare

Negli ultimi 10 anni sui campi marchigiani sono stati utilizzati più fertilizzanti biologici e meno tradizionali. La rivoluzione green dal campo alla tavola segna un +16% nell’impiego di concimi più rispettosi dell’ambiente e un -18% di quelli convenzionali. Diminuito del 20% anche l'uso di fitosanitari. È quanto emerge da uno studio di Coldiretti Marche su dati Istat, in linea con il report nazionale del Ministero della Salute sui fitosanitari negli alimenti. Coldiretti ha calcolato che la presenza irregolare di residui chimici negli alimenti che arrivano dall’estero è più che tripla rispetto a quelli Made in Italy. Sui 10.737 campioni di alimenti (ortofrutta, cereali, olio, vino, baby food e altri prodotti) analizzati per verificare la presenza di residui di prodotti fitosanitari oltre il limite consentito appena lo 0,6% dei campioni di origine nazionale – sottolinea la Coldiretti – è risultato irregolare, ma la percentuale sale al 1,9% se si considerano solo gli alimenti di importazione e tra questi il record negativo è fatto segnare dagli ortaggi dall’estero con il 4,9%. Una ragione in più per acquistare Made in Italy, più sicuro anche per tutta la rete dei controlli che vengono effettuati lungo la filiera. Nelle sole Marche lo scorso anno sono scattati ben 133 allarmi sugli alimenti, soprattutto pesci e molluschi ma anche salumi e ortofrutta: listeria nei formaggi, escherichia coli e salmonella in vongole e cozze, micotossine nel riso, alte concentrazioni di mercurio in pesce spada e palombo, solfiti nei polpi indonesiani e persici africani mal congelati. Un primato di sicurezza alimentare che è alla base della storica battaglia di Coldiretti sulla trasparenza in etichetta. L’obbligo di indicare il Paese di origine in etichetta grazie al pressing della Coldiretti è in vigore per la maggioranza degli alimenti in vendita, dalla frutta alla verdura fresca, dalla pasta al riso, dalle conserve di pomodoro ai prodotti lattiero caseari, dal miele alle uova, dalla carne bovina a quella di pollo fino ai salumi per i quali si attende a breve la pubblicazione del decreto.

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