9 Marzo 2011
COLDIRETTI: CON DECENNALE MUCCA PAZZA +27% DI CARNE MARCHIGIANA

A dieci anni dallo scandalo “mucca pazza” la produzione di carne di Razza Bovina Marchigiana è aumentata del 27 per cento, a conferma che la trasparenza in etichetta e il legame col territorio rappresentano un aspetto fondamentale per i consumatori. E’ quanto emerso dall’incontro promosso da Coldiretti e Fondazione Univerde a Roma, a Palazzo Rospigliosi, per l’anniversario dell’emergenza Bse. Il 9 marzo 2001 vennero, infatti, varate le misure emergenziali nazionali per far fronte all’allarme per la diffusione dell’encefalopatia spongiforme negli allevamenti che hanno confermato l’assoluta sicurezza della carne italiana. Un fenomeno, quello di “mucca pazza” che causò perdite per circa 2 miliardi di euro al sistema di produzione, trasformazione e commercio della carne. Dall’emergenza è però emersa una agricoltura rigenerata attenta alla qualità delle produzioni, alla salute, all’ambiente e alla tutela della biodiversità. Lo dimostra il fatto che, dopo aver rischiato l’estinzione, i capi di Razza Bovina Marchigiana allevati sono passati in un decennio da 41mila a 51mila, con un aumento del 27 per cento (elaborazione Coldiretti su dati Anabic), e nonostante ciò la richiesta da parte dei consumatori arriva spesso a superare l’effettiva offerta. Secondo i numeri presentati nel corso dell’incontro, l’emergenza “mucca pazza”  ha anche contribuito a spingere i consumi di prodotti tipici degli italiani, aumentati del 650 per cento rispetto al 2001, per un valore che ha raggiunto i 7,5 miliardi di euro. A Roma è stata anche allestita una mostra dei piatti modificati o scomparsia  seguito dell’allarme Bse. Tra le novità, la nascita degli hamburger di carne italiana, come il Marchburger, il primo panino fatto con carne certificata di razza bovina marchigiana, insaporito con pancetta di maiale e pecorino locali e servito con pane fatto con grano prodotto nelle regione e insalata o cipolle coltivate nelle aziende marchigiane.

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