8 Giugno 2013
COLDIRETTI, CRISI HA SVUOTATO TASCHE DI 6 FAMIGLIE MARCHIGIANE SU 10

La crisi ha svuotato le tasche di sei famiglie marchigiane su dieci, con il 57,3 per cento che nel 2012 ha visto la propria situazione economica peggiorata, mentre un 5,6 per cento dichiara di non avere risorse sufficienti per vivere. E’ quanto emerge da una analisi Coldiretti sugli ultimi dati Istat su soddisfazione e benessere che fotografano l’impatto della situazione attuale sulla vita delle persone. Alla domanda su come si considerano le proprie risorse economiche, il 13,6 per cento delle famiglie di questa regione ha dichiarato che è molto peggiorata nel giro degli ultimi dodici mesi, mentre per un altro 43,7 per cento è un po’ peggiorata. Nel 2011 le percentuali erano, rispettivamente, del 7,9 e del 39,3 per cento. Situazione economica invariata per il 39,9 per cento (contro il 46,8 per cento di un ano prima), mentre le cose sono migliorate per appena il 2,6 per cento delle famiglie (ma nel 2011 era il 5,3 per cento). Interrogate sulla disponibilità di risorse per vivere, il 5,6 per cento delle famiglie ha dichiarato di non avere soldi a sufficienza (nel 2011 era il 4,8 per cento), mentre un altro 39,9 le reputa scarse. Non deve dunque stupire se solo un marchigiano su quattro (24 per cento) sia convinto che la situazione possa migliorare nel futuro. Un contesto che rappresenta un fattore di compressione di consumi e investimenti, e che ha portato a cambiare anche il menu. Secondo una analisi della Coldiretti sulla spesa degli italiani nel primo trimestre del 2013, i cittadini, per risparmiare, hanno tagliato gli acquisti in quantità di olio di oliva (-8 per cento) per sostituirlo con il burro (+5 per cento) e mettono nel carrello più uova (+2 per cento) per portare in tavola frittate al posto di fettine e braciole con un calo della carne bovina (-6 per cento) e di maiale (-5 per cento) ma anche del pesce (-5 per cento). In calo del 4 per cento anche gli acquisti di frutta e del 2 per cento quelli di verdure, e anche la pasta fa segnare una contrazione in quantità dello 0,5 per cento negli acquisti. A cambiare peraltro non sono solo le quantità dei diversi prodotti acquistati, che complessivamente calano del 2 per cento, ma si riscontra in generale una tendenza a privilegiare prodotti low cost di minore livello qualitativo che possono anche rappresentare una incognita per la salute. Per tentare di rimanere nel budget senza rinunciare alla qualità aumentano gli italiani che fanno la spesa nelle bancarelle e nei mercati degli agricoltori di Campagna Amica dove, grazie al contatto diretto tra consumatore e produttore, è possibile acquistare al miglior rapporto prezzo/qualità.

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