28 Settembre 2011
COLDIRETTI: DAL CONERO AL FABRIANESE CINGHIALI SCATENATI MA POLITICA TUTELA SOLO AREE VIP E GOLFISTI

“Cinghiali scatenati dal Conero al Fabrianese ma evidentemente la politica si muove solo quando si tratta di tutelare aree vip e golfisti”. La denuncia viene dalla Coldiretti dopo gli incontri effettuati sul territorio con gli imprenditori agricoli delle varie zone. Le aziende hanno lamentato campi coltivati distrutti, con i branchi di animali selvatici che sono arrivati persino a mangiare i grappoli d’uva pronti per la vendemmia, oltre a distruggere colture e recinzioni. Il tutto mentre si attende ancora la predisposizione del regolamento per gli indennizzi dei danni che viene ora messo a rischio dalla bocciatura della legge regionale sulla caccia da parte del Consiglio dei Ministri, così come si attende la emanazione del regolamento regionale sulla gestione degli ungulati fermo in terza commissione. “Visto che la politica sembra muoversi solo quando si tratta di tutelare le aree vip, come nel caso del parco del Conero, dove ci si è attivati solo quando ad avere problemi è stato il Golf Club, a questo punto, con tutto il rispetto per l’impatto economico di questa attività sul territorio, converrebbe trasformare tutte le Marche in un gigantesco ‘green’, così almeno si riuscirebbe a risolvere il problema dei cinghiali  – accusano il presidente di Coldiretti Marche, Giannalberto Luzi, e il direttore Angelo Corsetti -. Avevano denunciato come la nuova normativa fosse il frutto di una politica confusa, che aveva visto la mattina stessa dell’approvazione in Consiglio regionale la presentazione di duecento emendamenti infilati in tutta fretta nel testo finale, tanto da rendere problematica l’interpretazione da parte degli stessi enti sul territorio. Lo stop giunto dal Consiglio dei Ministri ha confermato le nostre preoccupazioni, mentre le aziende sul territorio continuano a pagare salato il conto della mancanza di strumenti efficaci per il controllo dei selvatici”. I cinghiali e gli altri animali causano ogni anno danni all’agricoltura per circa due milioni di euro.

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