Crolla il consumo di pesce sulle tavole degli italiani con una riduzione record del 6 per cento nel 2010. E’ l’allarme lanciato da ImpresaPesca Coldiretti sulla base delle elaborazioni su dati Ismea che testimoniano una crisi che sta interessando anche la marineria marchigiana, con il rischio di lasciare i pescherecci a terra. Il calo degli acquisti domestici riguarda allo stesso modo il pesce fresco (-6 per cento), così come quello di surgelato (-6 per cento) e congelato (-5 per cento) secondo le elaborazioni relative ai primi dieci mesi del 2010. La maggiore riduzione è fatta però segnare dal pesce azzurro con gli acquisti di alici (il pesce più pescato a livello regionale dopo le vongole) che sono diminuiti di addirittura del 13 per cento. Non va certo meglio per il pesce bianco con i consumi di merluzzi e naselli (terza produzione marchigiana) che sono in calo del 12 per cento. Una situazione che, secondo ImpresaPesca Coldiretti, si riflette negativamente sulle marinerie locali, già alle prese con una riduzione del pescato. Il tutto mentre crescono le importazioni dall’estero con tre piatti di pesce su quattro che si consumano in Italia che sono stranieri ma nessuno lo sa, soprattutto per quanto riguarda quello servito al ristorante dove Impresapesca Coldiretti chiede venga introdotta anche l’indicazione della provenienza nei menu. “Tutto ciò accade in un periodo che dovrebbe essere uno dei più remunerativi dell’anno ma purtroppo il settore è quasi al collasso con la minaccia di lasciare i pescherecci a terra poiché i costi di produzione sono ben più alti dei ricavi - denuncia Tonino Giardini, presidente di ImpresaPesca Coldiretti -. Una situazione che è figlia di politiche sbagliate effettuate nel passato con il via libera a sistemi di pesca troppo impattanti per l’ecosistema. Ora serve mettersi intorno a un tavolo e trovare soluzioni per evitare la crisi definitiva”. La pesca nelle Marche vede impegnate 885 imbarcazioni, per una produzione complessiva di 25.000 tonnellate e ricavi per 115 milioni di euro. la top-ten delle produzioni è guidata dalle vongole (7.256 tonnellate), seguite da acciughe, naselli, pannocchie, triglie, seppie, sardine, lumachini, totani, murici. Discreta anche la produzione di cozze. Quelle che hanno fatturati significativi sono ancora le vongole (20.250.000 euro), davanti a pannocchie, scampi (il prodotto comunque più caro), sogliola, nasello, seppie, acciughe, triglie, lumachini, rana pescatrice.
5 Febbraio 2011
COLDIRETTI MARCHE: MARINERIE IN CRISI DOPO IL CROLLO DEI CONSUMI DI PESCE (- 6 % )