La scomparsa di 229mila ettari di terreni agricoli, sostituiti da cemento e capannoni, è una delle cause della situazione che vede oggi 239 comuni marchigiani a rischio, il 99 per cento del totale. E’ quanto dichiara Coldiretti Marche in merito al rapporto Ecosistema Rischio 2010 di Legambiente e Protezione Civile. Una situazione preoccupante, alla quale non è estranea la progressiva diminuzione della superficie agricola. Secondo un’analisi Coldiretti, negli anni Sessanta i campi coltivati ammontavano a 900mila ettari, pari al 92% delle Marche. Oggi siamo a 671mila ha (69% del totale regionale), con un saldo negativo di 229mila ettari. Ai problemi della cementificazione si sono aggiunti quelli portati dai cambiamenti climatici, con una maggiore intensità delle precipitazioni e la relativa impossibilità di assorbire l’enorme quantità di acqua che cade in pochi minuti, un mix micidiale che impone una più attenta politica della prevenzione. In altre parole se si continua a "consumare" campagna, sostituendola con zone cementificate e, contestualmente non si creano le condizioni perché l'acqua possa defluire il risultato non può che essere l’aumento dei rischi per frane ed alluvioni analizzato dalla Protezione civile e da Legambiente. La salvaguardia del territorio, secondo Coldiretti, può essere assicurata in modo duraturo solo da un'efficace gestione e tutela delle zone, fondata sullo sviluppo delle attività colturali e gestionali del territorio, sulla sistemazione idraulica, agraria e forestale, sul corretto utilizzo delle risorse, sulla presenza costante di residenti e imprese efficienti.
7 Dicembre 2010
COLDIRETTI, SCOMPARSA 229MILA ETTARI DI TERRENI AGRICOLI CAUSA DISSESTO IDROGEOLOGICO 239 COMUNI MARCHE