“Le Marche hanno la possibilità di diventare un grande distretto biologico ma questo avverrà solo se si avrà la capacità di lavorare in maniera unitaria come, per altro, sta avvenendo anche in altre zone d’Italia e addirittura a livello interregionale”. È quanto sostiene Coldiretti Marche che si dice soddisfatta delle dichiarazioni dell’assessore regionale all'Agricoltura e vicepresidente della Regione Marche, Mirco Carloni, che nei giorni scorsi ha sottolineato l’importanza di non parcellizzare le forze e fare finalmente sistema per conquistare, insieme, visibilità sui mercati mondiali. “C’è apprezzamento per la linea di Carloni – dice la presidente di Coldiretti Marche, Maria Letizia Gardoni – L’abbiamo condivisa fin dal primo momento con l'obiettivo di rendere le Marche un unico e grande riferimento del cibo biologico, dalla produzione agricola alla trasformazione, un punto di riferimento in Europa e per i mercati extra Ue. La nostra regione esprime già da tempo questa vocazione bio. Dobbiamo consolidarla e rafforzarla non solo attraverso una strategia di filiera dal punto di vista commerciale ma anche di promozione territoriale a forte valenza turistica”. La nostra è una delle principali regioni dell’Italia biologica con oltre 4000 operatori, circa 104mila ettari bio (il 22% rispetto alla superficie agricola utilizzata, al di sopra della media italiana del 15% di quella europea dell’8,5%. Abbiamo una percentuale più alta anche di nazioni come la Svezia, la Finlandia o la Francia. Eppure, quanto a visibilità e a riconoscibilità, siamo molto indietro rispetto alle altre regioni d’Italia (Trentino, Sicilia e Piemonte le migliori secondo dell’Osservatorio Immagino Nielsen Gs1). “La nostra regione paga da sempre una visione frammentata. È senz'altro vero che i nostri territori devono la propria ricchezza alla diversità ma in questo caso è necessario proporsi in maniera univoca e solida all’attenzione di un mercato più vasto e in continua crescita" conclude la presidente Gardoni.
15 Febbraio 2021
“Sul distretto unico del biologico quella di Carloni è la strategia giusta”