14 Gennaio 2013
GUERRA CINGHIALAI, COLDIRETTI MARCHE: “CHIARIRE SE C’E’ CHI LUCRA SULLA PELLE DEGLI AGRICOLTORI”

Chiediamo alla magistratura di fare piena chiarezza sulla vicenda della “guerra” tra cacciatori di cinghiali, anche al fine di accertare se c’è chi, invece di risolvere il problema degli animali selvatici, fa affari sulla pelle degli agricoltori. E’ il commento di Coldiretti Marche alla notizia dell’indagine avviata dalle forze dell’ordine e dalla Procura di Camerino su una serie di atti e comportamenti scorretti nel mondo dei cosiddetti cinghialai, le squadre incaricate di contenere il numero degli animali selvatici. “Fatti che, se dovessero essere confermati, aiuterebbero a spiegare perché continui ad essere impossibile risolvere il problema della presenza dei cinghiali sul nostro territorio – denuncia il presidente di Coldiretti Marche, Giannalberto Luzi -. La verità è che le campagne sono diventate un vero e proprio allevamento a cielo aperto di selvatici, un affare lucroso giocato sulla pelle degli agricoltori. I campi, quotidianamente devastati, fungono ormai da mangiatoia per i branchi di animali che alimentano il mercato della carne in nero, mentre la politica si è dimostrata totalmente incapace di porre un freno alla situazione”. Non a caso la Coldiretti ha fatto appello alle Prefetture, affinché intervengano per far fronte a un problema che è diventato di ordine pubblico. Tra incidenti stradali e danni nei campi, i cinghiali costano ai cittadini marchigiani 4,5 milioni di euro all’anno, tanto da aver ormai preso i connotati di una vera e propria tassa, pagata a caro prezzo soprattutto dagli agricoltori. Ai 2,4 milioni di euro di danni provocati nelle campagne si aggiungono quelli registrati nelle aree protette e nelle oasi, con il conto stimato che arriva a 3 milioni. Senza considerare la perdita di quote di mercato, tanto da aver spinto ora Coldiretti a intraprendere con gli agricoltori le vie legali contro le istituzioni. Vanno poi considerati gli incidenti stradali. Nonostante l’ultimo regolamento regionale in materia abbia reso più difficile avere un indennizzo (peraltro pagato solo per il 50 per cento del danno), il bilancio parla di 1,5 milioni di euro. E questa somma non tiene conto degli schianti effettivamente provocati da animali selvatici ma ora non riconosciuti.

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