27 Luglio 2021
L’orto del carcere diventa solidale: consegnato il primo mezzo quintale di verdura per le famiglie povere del capoluogo

Il reinserimento sociale del detenuto passa anche attraverso qualcosa di tangibile che viene restituito alla comunità. In gergo si chiama “giustizia riparativa” e ad Ancona si traduce ora con le donazioni di cibo e prodotti dell’orto coltivati dai detenuti del carcere di Barcaglione, destinati alle famiglie in difficoltà. Ieri la prima consegna al Mercato Dorico di Campagna Amica quando la direttrice della struttura carceraria Manuela Ceresani ha incontrato la presidente di Coldiretti Marche, Maria Letizia Gardoni, e l’assessore comunale ai Servizi Sociali, Emma Capogrossi, facendo scaricare sul posto mezzo quintale di ortofrutta. Qualità a chilometro zero e dall’alto valore sociale. “Mi sono avvicinato a questa attività – racconta un detenuto 35enne – e mi è piaciuta da subito perché mi permette anche di imparare un lavoro. Il prossimo febbraio finirò di scontare la mia pena e mi piacerebbe trovare un lavoro in agricoltura”. Nel carcere di Barcaglione sono circa 60 i detenuti che si occupano, in forma volontaria, dell’orto sociale. Il primo passo verso l’azienda agricola vera e propria dove si producono olio extravergine di oliva dall’oliveto, miele dalle arnie e, ultimamente, anche formaggi e latte con un gregge di 20 pecore e il caseificio interno. Ora parte del raccolto dell'orto sociale andrà alle famiglie in difficoltà. “L’orto sociale – spiega la direttrice Ceresani – è un’attività dell’istituto che con Coldiretti ha trovato una prima connessione con l’esterno. Adesso c’è questo ulteriore sviluppo di condivisione con i cittadini di Ancona. Un “restituire” del detenuto riconosciuto colpevole che con il suo lavoro rende qualcosa alla comunità”. Un progetto che Coldiretti, già impegnata nella solidarietà per dare una mano alle persone in difficoltà economiche, soprattutto nel corso della crisi pandemica (consegnati nella sola provincia di Ancona oltre 11mila chili di prodotti alimentari Made in Italy, a chilometro zero e di altissima qualità), ha subito sposato attraverso il tutor dell’orto Antonio Carletti, presidente di Federpensionati Coldiretti Ancona, che collabora con Sandro Marozzi, l’agronomo di Barcaglione. “Un progetto che è diventato un modello di riferimento per tutta la regione – ha spiegato la presidente Gardoni – la solidarietà è un aspetto sul quale continueremo a concentrarci perché l’agricoltura e il cibo sano possono essere elementi di appiglio e di fiducia per tante persone che oggi chiedono aiuto”. Plaude all’iniziativa l’assessore Capogrossi. “Nel corso della pandemia – ha detto - Coldiretti ha dimostrato attenzione e sensibilità verso le famiglie più fragili già seguite dal Comune e quello di oggi è un ulteriore tassello nella vicinanza a persone in difficoltà”.

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