Torna a sorridere la bilancia dell’export per l’agricoltura marchigiana. Un +1% che fa ben sperare per il futuro, quello che emerge dallo studio Coldiretti sui dati Istat dell’export delle regioni nei primi tre mesi del 2021, ma che non è appannaggio di tutti. Non mancano le negatività soprattutto nei settori più strettamente legati alla ristorazione e quindi più colpiti dalle misure di contenimento anti Covid. Perdite per l’export del vino (-20%, oltre 2,7 milioni di euro in meno) e della pasta (-12,1%, circa 600mila euro in meno) mentre invece l’ortofrutta lavorato e conservato aumenta del 6,8% e supera i 6 milioni nel trimestre. I Paesi dell’Unione Europea si confermano il primo mercato per l’agroalimentare Made in Marche andando a coprire oltre la metà degli scambi. In crescita quelli con la Germania (+10%) e la Svezia (+28%) mentre calano Francia (-8,5%) e Inghilterra (-13%). Nel resto del mondo segno meno per il Giappone (-30%) mentre cresce la Corea del Sud (+44%). Stabili Canada e Israele (1,3 milioni di euro), in calo gli Stati Uniti (-5%). Tra le province la quota maggiore è sempre di Ancona con 33 milioni di export (+10%). Seguono Pesaro (26 milioni, + 13%) e Macerata (20,6 milioni, +12,5%), Ascoli (20 milioni, +3,6%) e Fermo (3 milioni, +7,4%). Un quadro ancora interlocutorio nel quale però si intravede la luce in fondo al tunnel considerando l’allentamento delle misure, le progressive riaperture e l’avanzamento della campagna vaccinale. “Dati che fanno ben sperare nell'avvio di una nuova ripresa economica e commerciale – commenta Maria Letizia Gardoni, presidente di Coldiretti Marche - L'export della qualità agroalimentare marchigiana traina con sé la crescita occupazionale e il valore promozionale della nostra regione e per tale motivo abbiamo prestato collaborazione al governo regionale anche per agevolare l'avanzamento della campagna vaccinale con l'obiettivo di uscire quanto prima dallo stato di emergenza sanitaria”.
18 Giugno 2021
Primi segnali di ripresa per l’export agroalimentare